“Seduti fianco a fianco sul pulmino, guardando ciò che scorreva dal finestrino, le nostre menti hanno avuto tempo e modo di ripercorrere i momenti trascorsi e le forti emozioni provate. Tutto questo ci ha permesso di ritenerci persone fortunate e che aiutare gli altri ed essere solidali nelle difficoltà altrui sia un dovere verso il prossimo”.
Così si conclude l’articolo che i nostri ragazzi hanno scritto al termine dell’esperienza ad Amatrice. Credo che a queste parole bisogna necessariamente dare un seguito; potrebbe essere forse l’inizio per qualcosa di nuovo e per creare in ciascuno di noi quella “DIMENSIONE RESPONSABILE” che ci rende finalmente liberi da costrizioni o impedimenti.
Credo che l’Alpinismo Giovanile, o meglio, il mondo di cui fa parte il PROGETTO EDUCATIVO, debba ritenersi dentro alla società e non inserito semplicemente come un servizio alle giovani generazioni. Per questo abbiamo il dovere di preservarlo, di renderlo attuale e vivo consapevoli che insegnare ai giovani ad amare la montagna costituisce davvero una sfida culturale di estrema rilevanza. Da una parte l’adulto come figura “educatrice” e che ha il dovere di aiutare il giovane ad educere, a tirar fuori il bello che porta con sé. Dall’altra, il giovane come protagonista indiscusso che attraverso un’esperienza fatta di relazioni, condivisione e spirito di servizio, cammina su sentieri che lo porteranno lontano, a mettersi costantemente in discussione ed a “SPORCARSI LE MANI”. Per questo mi auguro che ogni giorno di più, ogni mese che passa, ci si renda sempre più attenti ai bisogni di chi ci cammina accanto (e non solo lungo i sentieri di montagna!!).
Ai ragazzi dobbiamo chiedere di andare oltre, non oltre i loro limiti (fisici o psicologici che siano) ma oltre le loro aspettative, oltre i loro sogni rendendoli PROTAGONISTI di un percorso di crescita umana e relazionale, attraverso un cammino spesso lungo e faticoso che di volta in volta li avvicinerà alle montagne.
Noi ACCOMPAGNATORI abbiamo il dovere di farli sentire unici, soprattutto quando lo zaino sembrerà loro così pesante da pensare seriamente che questo “mondo” non faccia per loro! Mi rendo conto di quanto sia selettiva la montagna ma non deve per questo "selezionare": non importa essere più o meno atletici, alti o bassi, sorridenti o timidi e nemmeno guardare al colore della loro pelle o in cosa essi credano; ognuno di LORO è importante così com’è, perché dentro ciascuno c’è la bellezza della scoperta, la curiosità e la voglia d’avventura. Come cita il titolo di un famosissimo libro di montagna, non vogliamo essere “conquistatori dell’inutile” ma semmai ricercatori di noi stessi e delle passioni (più o meno definite ed espresse) che il nostro cuore ci preserva con cura. La montagna ci spoglia di ogni egoismo, ci educa alla pazienza ed alla responsabilità e dove ogni piccolo gesto è compreso come un valore. Ripartiamo quindi da un PROGETTO EDUCATIVO che creda in una DIMENSIONE RESPONSABILE.