Sono passati trenta anni dall’edizione del Progetto Educativo. Qualcosa nel frattempo è cambiata, i giovani sono cambiati. Assistiamo quotidianamente a episodi, con protagonisti i ragazzi, che lasciano a dir poco stupefatti. Ultima fra le mode il “salto in mutande sopra i cumuli di rumenta”. E a questi ragazzi cui dobbiamo rivolgere le nostre attenzioni, il nostro lavoro. Questo non significa che dobbiamo rinnegare la nostra storia, ma sicuramente abbiamo bisogno di indagare nuovi percorsi. Percorsi, dove sicuramente la tecnica avrà il suo giusto riconoscimento, ma il lavoro principale dovrà curare il rapporto con i giovani, sviluppando la progettazione verso attività che coinvolgano i ragazzi in modo da lasciar il segno nel loro bagaglio culturale. Avere il coraggio di cambiare in nome e per conto dei giovani che si avvicinano alla montagna.
Pongo qui una riflessione, proviamo a guardarci con gli occhi dei ragazzi, pensate forse che loro ci vedano nell’ insieme della nostra struttura, Nazionali, Regionali, Sezionali, oppure ci vedono come delle persone che li accompagnano in montagna a scoprire cose nuove condite da un pizzico di avventura?
Da quest’ ultima riflessione prendo lo spunto per accennare a grandi linee i temi che a mio giudizio dovranno essere affrontati se si vuole veramente rinnovare L’ Alpinismo Giovanile.
L'Alpinismo Giovanile nella sua trasformazione, si dovrà collocare in un quadro di trasversalità che vede protagonisti gli OTCO, così come previsto dall’art. 11 del Regolamento degli Organi tecnici: "Gli OTCO si raccordano nell’ambito del Coordinamento, di cui fanno parte anche le Strutture Operative, affinché i programmi di formazione e di aggiornamento dei rispettivi titolati perseguano gli obiettivi della base culturale comune e, per quanto possibile, della uniforme metodologia didattica".
La ragione fondamentale sta nel raggiungere l'obiettivo di ottimizzare le risorse, assicurando nel frattempo l'uniformità, sia per contenuti che per livelli di approfondimento. A tale scopo il CC ha individuato le materie che dovranno essere comuni agli iter formativi di tutti i Titolati, favorendo la contaminazione fra le diverse componenti culturali e tecniche.
Detto questo a mio parere il rinnovamento dell'Alpinismo Giovanile passa attraverso la realizzazione dei seguenti obiettivi:
- Implementazione del coordinamento fra gli OTCO.
- Figura unica di Accompagnatore titolato, formato allo scopo di valorizzare le proprie attitudini e capacità, unico motore/educatore all'interno del sistema scuole
- Sviluppo della Progettazione con finalità Educative dedicata ai giovani soci.
Sistema Scuole di Alpinismo Giovanile.
Il Sistema Scuole offre strumenti per la realizzazione del Progetto Educativo nelle sezioni del CAI, stimola il confronto fra gli Accompagnatori e ne verifica l'azione educativa. Cura la formazione e l’aggiornamento degli Accompagnatori in attività educativa.
Compiti della scuola:
- Attua la formazione, cura gli aggiornamenti e fornisce consulenza agli Accompagnatori.
- Sviluppa e consolida le reti all'interno dell'Alpinismo Giovanile e all'esterno con altre realtà educative.
- Raccoglie e diffonde le esperienze "eccellenti" attraverso la diffusione delle buone pratiche.
Il compito principale resta comunque l’attuazione della Progettazione Educativa che si rende concreto nella programmazione di attività rivolte ai giovani soci.
I requisiti preferenziali della progettazione possono essere così riassunti:
- il coinvolgimento e la partecipazione di più territori;
- la trasferibilità dei risultati: come requisito essenziale rientra la capacità di sviluppare “buone pratiche”, l’auto-sostenibilità del progetto e la sua riproducibilità e relativa applicazione in altri contesti o situazioni;
- carattere innovativo e originalità.
Cosa non è un Progetto Educativo:
- Una semplice fotografia della realtà esistente dove manca la rappresentazione verso il cambiamento
- Un’elencazione di principi e valori dove manca la proposta concreta
- Un libro dei sogni dove manca il confronto con la realtà specifica
- Un programma di cose da fare dove manca il processo di pensiero che guida e motiva le azioni.
Formazione Accompagnatori.
La formazione degli Accompagnatori, che al contrario di quanto successo sinora non rappresenta il fine ultimo dell'attività delle scuole, si realizzerà sfruttando al massimo la sinergia tra i diversi OTCO, puntando ad economizzare tempi ed energie degli Accompagnatori al servizio dell'Alpinismo giovanile.
Il percorso formativo dell'Accompagnatore si dovrà compiere con il superamento dei due moduli sottostanti:
Modulo base, che prevede la conoscenza dei seguenti argomenti:
- Il Club Alpino Italiano
- Etica
- Cultura della montagna
- Conoscenza e tutela dell’ambiente montano
- Responsabilità e assicurazioni
- Prevenzione e soccorso
- Didattica e comunicazione
- Sistemi informativi del CAI
Modulo specializzazioni, di cui massimo due a scelta dell’accompagnatore:
- Alpinismo
- Scialpinismo
- Escursionismo di alta montagna
- Orientamento / Topografia
Aggiornamento uno ogni due anni
Il modulo base e gestito in autonomia dalla Scuola Centrale in accordo con le Scuole Territoriali. Ma in previsione di uno sviluppo del Coordinamento fra gli OTCO, lo stesso può essere frequentato dagli aspiranti Accompagnatori, presso le scuole degli altri OTCO e in territori diversi da quello di provenienza.
Per le specializzazioni, una volta individuato da parte della SCAG quale dovrà essere il livello di preparazione richiesto, il percorso di valutazione e successive verifiche va concordato con gli OTCO interessati e attuato a livello territoriale a seconda delle esigenze espresse dai territori.
Le scuole
Il sistema scuole è composto da una Scuola Centrale (SCAG), dalle scuole regionali/interregionali e dalle scuole sezionali/intersezionali e i coordinamenti di gruppi di AG.
- La SCAG: ha lo scopo di sviluppare, la ricerca e l’elaborazione di metodologie atte alla realizzazione del Progetto Educativo. Su mandato della CCAG e in accordo con le altre scuole centrali degli altri OTCO ha inoltre il compito realizzare una struttura didattica per ciò che riguarda la formazione e l'aggiornamento di Accompagnatori, tenendo conto delle esigenze dei vari territori; mantenere i rapporti con organizzazioni similari nazionali o straniere; realizzare e manutenere la rete del sistema scuole, garantendone l’uniformità didattica e la base culturale comune, facilitando la progettazione presso le Scuole Territoriali; realizzare infine progetti a carattere nazionale per i ragazzi dell'Alpinismo Giovanile.
- Le scuole regionali/interregionali: in accordo con la SCAG provvedono alla formazione/aggiornamento degli Accompagnatori e realizzano progetti e attività per i ragazzi.
- Le scuole sezionali/intersezionali progettano attività per i ragazzi dell'Alpinismo Giovanile.
- Coordinamenti di gruppi di AG: su stimolo da parte delle scuole regionali, i diversi gruppi di AG, dovranno sviluppare una maggiore collaborazione con l'obiettivo del superamento dei gruppi stessi e che dovrà traguardare la formazione di nuove scuole territoriali.
Attività rivolta ai ragazzi
Le attività si possono declinare in:
- Promozionali, indirizzate al conseguimento di finalità sia associazionistiche (azioni a sostegno dell'immagine del CAI, acquisizione di autorevolezza come soggetto deputato alla conoscenza ed alla pratica della montagna, propaganda istituzionale, ecc.) sia sociali (educazione ambientale, attività con le Istituzioni Scolastiche nell'ambito del "Progetto scuola", conferenze, ecc.).
- Proprie dell'Alpinismo Giovanile svolte cioè all'interno delle sezioni CAI, incentrate sulla frequentazione della montagna, atte a fornire ai giovani tutte quelle nozioni utili dal rispetto dell'ambiente, alla sicurezza. In questo percorso di crescita, il ruolo dell'accompagnatore si concretizza nel saper comprendere le attitudini dei singoli ragazzi, indirizzandoli verso le attività contemplate negli scopi sociali del CAI.
.Due i livelli in cui suddividere i ragazzi:
- 1° livello (anni 8/13) - attiene all'accoglienza dei giovani, fase nella quale inizia il percorso educativo dei giovani soci, avvicinandoli alla montagna attraverso il gioco, la scoperta, l'avventura.
- 2° livello (anni 14/17) - attiene all'autonomia dei giovani, fase nella quale si stimola la frequentazione della montagna, mettendo a frutto le conoscenze apprese, avendo sempre al proprio fianco la figura dell'Accompagnatore.
Saranno comunque gli accompagnatori a stabilire il passaggio alla fascia successiva, a seguito di attenta valutazione delle esperienze maturate dal giovane, nel corso della sua esperienza vissuta nel gruppo di Alpinismo Giovanile.
… a questo punto non resta che andare in montagna con i giovani, ognuno con il proprio bagaglio e con le proprie capacità, con l’obiettivo di far toccare con mano ai ragazzi che è sicuramente più bello rotolarsi su un prato erboso piuttosto che saltare sopra cumuli di rumenta.